18 febbraio 2011

A Short Story (5) - 'Diario della Fine del Mondo' & 'Il Labirinto di Specchi'

Bentornati nella rubrica dove pubblico i miei racconti; come la volta scorsa (li trovate qui)  pubblico 2 racconti horror brevi con cui ho partecipato al concorso della rivista Writers Magazine

P.S. : Sono molto soddisfatto, in quanto uno dei miei racconti dal titolo "Il Moderno Prometeo"  verrà pubblicato sull'antologia di racconti " 365 racconti Horror per un anno" edita da DelosBook in uscita per l'estate 2011..



“Diario della Fine del Mondo”
di Michele Campagna


   Accadde tutto in sole tre settimane: il primo giorno gli uccelli caddero dal cielo morti stecchiti, oscurando il sole come una nefasta pioggia nera; il secondo i cani diventarono rabbiosi e attaccarono gli amati padroni sbranandoli senza pietà; il terzo i pesci galleggiavano nei fiumi e venivano  spinti a tonnellate sulle spiagge.
   Il quinto giorno ci furono i primi casi tra gli esseri umani: iniziò come una comune febbre alta; poi, superati i 42°, gli infettati morivano e gli occhi diventavano completamente rossi. I media dissero che si diffondeva per contatto, come la lebbra.
   L’ottavo giorno il virus mutò: ora si diffondeva nell’aria, era il più letale dei raffreddori.
Alcune ore dopo la morte, i corpi riprendevano vita, animati da una forza ignota e maligna; i mostri appena nati cercavano il loro nuovo nutrimento preferito: cuori pulsanti.
   I governi proclamarono la legge marziale, ma fu tutto inutile: dopo due settimane il 50% della popolazione mondiale era infetta. Gli eserciti furono presto sovrastati dai mostri che non potevano essere uccisi dalle armi comuni e parevano immortali.
   Dopo tre settimane il 99% della popolazione era morta o si era trasformata in HeartEater ; i restanti 7 milioni di persone erano immuni al virus e si riunirono in piccole comunità cercando disperatamente di sopravvivere.
   Mille coraggiosi formarono una resistenza chiamata L’Ultimo Esercito ; il loro leader era il genio Steinenn , che creò l’arma speciale in grado di annientare i mostri. Nonostante la minoranza schiacciante, decisero di combattere quella che poteva essere l’ultima guerra della razza umana.
   La Terza Guerra Mondiale  iniziò il 28 ottobre 2028, per la prima volta tutte le nazione erano unite con il solo scopo di sopravvivere.
   Due mesi dopo l’Ultimo Esercito  fu annientato. Io mi sono rifugiato su una montagna inaccessibile e a breve morirò. 

   Scrivo queste righe come ultima testimonianza della più grande civiltà che abbia mai abitato la terra, distrutta dalla sua bramosia di potere. 





Il Labirinto di Specchi
di Michele Campagna


   Alan stava passeggiando per il Luna Park insieme alla sua ragazza Jenny e ai compagni della squadra di football. Dopo aver superato l’autoscontro, una voce acuta attirò la sua attenzione; proprio al fondo della via c’era una costruzione malandata; un omino curioso si sbracciava da una pedana.
   «Forza ragazzi avvicinatevi! Avrete l’ardire di entrare nel terribile Labirinto degli Specchi?» disse l’uomo con un sorrisetto di sfida. I ragazzi si avvicinarono incuriositi con Alan in testa, il giostraio lo notò.
   «Tu giovanotto! Sembri un impavido! Entra nel mio Labirinto e se non ne esci terrorizzato, vinci un altro giro e un pupazzo per la tua bella!»
   Incoraggiato dagli amici e da Jenny che voleva il premio, Alan decise di entrare. 
   Pagò l’uomo che, avvicinandosi, gli sussurrò: «Se per caso decidi di rinunciare, fai un urlo e arriverò in un lampo».
   All’entrata del labirinto c’era un clown meccanico che salutava muovendo il braccio a scatti, il suo sorriso rosso fece rabbrividire Alan. Appena varcata la soglia, essa si chiuse dietro di lui, lasciandolo solo: ora doveva percorrere la strada di specchi.
   In sottofondo c’era una musichetta che ricordava quella del circo, ma era più lenta e stonata;Alan stava perdendo il senso d’orientamento ed era confuso dalle mille immagini deformate.
   Improvvisamente si ritrovò in una stanza dagli innumerevoli lati: in ogni specchio galleggiava l’immagine sbiadita di migliaia di volti, erano delle facce di ragazzi che gridavano; i loro pugni sbattevano con forza sulla superficie trasparente.
   Alan si girò per scappare ma era circondato da specchi, l’uscita era sparita.
   Dall’ombra apparve il giostraio: il suo volto era truccato da pagliaccio.
   «Caro Alan, ora entrerai a far parte della mia collezione!»
   Le mani guantate lo spinsero verso uno specchio vuoto; Alan cadde oltre una superficie viscosa e si ritrovò in una dimensione opaca e fredda.
   Il pagliaccio rideva di gusto, ma ormai era tardi e Alan non poteva più urlare.
             




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