20 dicembre 2010

A Short Story (3) : " The Old Haunted Hotel"


Bentornati alla rubrica “A Short Story” dove propongo i miei raccontini brevi, siamo giunti alla terza puntata che probabilmente porterà il blog a raggiungere i primi 1000 visitatori in poco meno di 2 mesi.. non male direi! Dunque ringrazio tutti i visitatori che fanno un salto a leggere quello che scrivo!
In questa puntata vi propongo una storia particolare, i fan più fedeli di King noteranno  un’ispirazione dal racconto “1408” ( vi consiglio di vedere l’omonimo film, con John Cusack)…  


“ The Old Haunted Hotel”  


Phil e Johnny stavano viaggiando da ormai due ore su una strada desolata; attorno a loro solo alberi sparuti e rocce, spazzate da un vento gelido.
«Quanto manca a quel postaccio, Johnny?» chiese Phil mentre giocherellava con una nocciolina.
«Non lo so Phil, ci dovremmo essere quasi » rispose Johnny scrutando oltre il parabrezza. Come gli sarà venuto in mente di costruire un hotel qui?
La strada si fece più ripida e si inoltrò in un bosco di alti pini, che facevano appena filtrare la luce del tramonto. Poi, dopo una svolta a destra, ecco comparire l’Old Haunted Hotel. Un piccolo edificio scuro e cadente, il tetto era riparato in alcuni punti con assi di legno, due o tre imposte si erano staccate dalle finestre e penzolavano dai cardini, mosse dal vento.
«Sei sicuro che ci sia qualcuno qui?» chiese Phil.
«C’è il proprietario, il vecchio Carson. Ci ho parlato al telefono tre giorni fa…» rispose Johnny scendendo dalla macchina. Aprì il baule e tirò fuori un grosso borsone nero. «Forza Phil!»
«Bah… secondo me qui non ci viene anima viva da mezzo secolo, il vecchio sarà mezzo ammattito» disse Phil mentre scendeva svogliatamente dalla macchina. Poi si mise a sgranocchiare la nocciolina.
«Abbiamo avuto la segnalazione da un tizio; circa un mese fa si era perso e ha alloggiato qui… ha detto che è stata la notte peggiore della sua vita. Secondo me troveremo qualcosa di interessante..» disse Johnny.
«Staremo  a vedere» disse Phil, poi bussò con forza alla porta. «C’è qualcuno?»
Nessuna risposta.
«Il vecchio sarà crepato» disse Phil, impaziente.
«La porta è aperta...» fece Johnny. L’interno dell’hotel era ammuffito e polveroso. Di fronte all’entrata c’era un bancone di legno con la scritta sbiadita: Reception. Un vecchio dormiva col mento appoggiato sul petto. Phil si avvicinò al bancone e suonò il campanellino d’ottone.
«Signor Carson si svegli!» disse Phil, continuando a suonare il campanello.
«Sì, sì.. sono sveglio! Chi diavolo siete voi?» disse bruscamente il vecchio.
«È così che tratta i suoi pochi clienti?» rispose irritato Phil.
«Lascia parlare me - sussurrò Johnny - siamo i Fratelli Murray, ci siamo parlati al telefono, ricorda?»
«Ah certo, siete quei “Scacciaspiriti”! Farete un buco nell’acqua qui, ve l’assicuro… » disse il vecchio ridacchiando.
«Ci hanno detto che in questo Hotel succedono cose strane, specialmente in una stanza…» continuò Johnny senza dar peso al tono derisorio del vecchio. Phil era già abbastanza nervoso per tutti e due.
«Certo, la stanza 6… è l’attrazione dell’Old Haunted Hotel da vent'anni ormai»
«Si spieghi meglio, vecchio» intervenne Phil.
«L’unico motivo per cui qualcuno viene ancora in questo posto dimenticato da Dio è la “Sfida della stanza 6”… le regole sono semplici: se qualcuno riesce a passare una notte intera nella stanza senza uscire, scappare o … - il vecchio fece una pausa ad effetto - … morire; allora tutta la proprietà diventa sua.»
Phil sbuffò. «E cosa se ne farebbe uno di un quadratino di terra così lontano dalla città?»
«Forse lei non sa, signor Scacciaspiriti, che qua sotto è stato rilevato un giacimento di petrolio.» disse il vecchio mentre armeggiava sotto la scrivania. «Ecco il contratto. Firmate in fondo, così se ci tirate le cuoia io non ho colpe… se sopravvivete il terreno sarà vostro.»
Phil era rimasto a bocca aperta quando aveva sentito del giacimento. Era la volta buona che la smetteva con quel lavoro odioso, bastava vincere la sfida.
«Veramente noi siamo venuti qua per offrire i nostri servigi…» iniziò a dire Johnny, ma il vecchio lo interruppe con un gesto della mano.
«Non mi interessa, qui le regole le faccio io. O firmate il contratto o fuori dai piedi!»
«Si prepari le valigie vecchiaccio!» disse Phil con un sorrisetto stampato in faccia, firmò al fondo del contratto; poi passò il foglio al fratello che fece lo stesso.
«Bene, bene… allora il pagamento è anticipato, naturalmente… 100 $ prego» disse il vecchio mentre riponeva il contratto con cura in uno schedario pieno di fogli.
Johnny porse il centone senza batter ciglio, il vecchio se lo mise subito in tasca avidamente; poi si girò, prese una piccola chiave arrugginita appesa alla parete e fece il giro del bancone.
«Seguitemi, è al piano di sopra»
I Fratelli Murray s'incamminarono dietro al vecchio; come avevano immaginato tutte le altre stanze sembravano vuote, la carta da parati penzolava dalle pareti, larghe macchie di umidità si allargavano sul soffitto.
«Bel posticino accogliente, eh » disse Phil.
Il vecchio non rispose. Al fondo del corridoio  si fermò davanti a una porta nera e lucida, sembrava l’unica cosa nuova in quel lurido hotel. Nel mezzo campeggiava un 6 dorato.
 «Ora ascoltatemi bene: dovete rimanere nella stanza fino all’alba, senza uscire. Se uno dei due uscirà, l’altro potrà tentare di completare la sfida da solo» il vecchio aprì la porta «Prego, accomodatevi».
Johnny e Phil entrarono.
Sembrava una stanza normalissima. Certo era sporca e puzzava di chiuso, ma come probabilmente ogni altra stanza di quel pulcioso hotel. Johnny posò il pesante borsone sul letto.
Il vecchio rimase sul ciglio della porta, senza entrare.
«Non credo che quello che tenete in quel borsone vi sarà d’aiuto… ad ogni modo, passate una buona notte…» disse il vecchio.
«Sarà una passeggiata! » fece ancora in tempo a dire Phil, poi la porta si chiuse.
Immediatamente dalla stanza svanirono tutti i rumori esterni, niente più vento tra gli alberi, niente più cinguettio degli uccellini nei loro nidi.
Phil diede un'occhiata interrogativa al fratello, di risposta Johnny incominciò a svuotare il borsone su letto. Phil tirò fuori un piccolo registratore dalla tasca, premette un pulsante e incominciò a esplorare la stanza.
«18 Dicembre, ore 20 e 37 circa. Io e mio fratello Johnny siamo nella stanza numero 6 dell’Old Haunted Hotel. Eravamo venuti a verificare se l’albergo era realmente infestato da qualche presenza sovrannaturale, ma il vecchio bacucco ci ha sfidati…»
«Phil per favore!» lo interruppe Johnny.
«Oh va bene, il vecchio Carson ci ha sfidati a passare la notte nella stanza. Comunque qua sembra tutto normale, c’è una camera con letto matrimoniale… con un bello strato di polvere. Poi un grosso armadio di legno… vuoto, e due comodini ai lati del letto. Poi abbiamo un bagnetto, con la tazza del cesso… che schifezza… e una doccia, almeno lo specchio è intero. Infine c’è un ripostiglio. Nient’altro da segnalare.»
Phil spense il registratore, si rivolse al fratello «Cosa dicono gli aggeggi? »
«Il Rilevatore d’Onde, non dà alcun riscontro. Tu non senti una strana sensazione di soffocamento?»
«L’aria è viziata: questa stanza non è stata aperta molto ultimamente… provo ad aprire la finestra… Merda! Le imposte sono bloccate...»
«Riesci a vedere fuori?» chiese Johnny
«No! È completamente buio! Non è possibile!» si agitò Phil.
«È cominciato. Guarda.» Johnny indicò l’ago del Rilevatore d’Onde, era salito fino a segnare 1000 Hertz.
«Ok, manteniamo la calma. Cosa sappiamo su questo hotel?» chiese Phil.
«Allora… è stato costruito nel ’36 da David Balter, che lo ha gestito per 25 anni. Nel ‘61 è andato in pensione e ha lasciato tutto alla figlia, Rose Balter»
«Com'è finito nelle mani del vecchiaccio?»
«Carson ha sposato Rose Balter nel ’62 e tutto è filato liscio fino al ’68. Poi rose Balter è misteriosamente scomparsa: nessuna traccia, nessuna prova. Per la polizia si trattò di fuga; Carson era già stato accusato diverse volte di maltrattamenti contro la moglie. Di fatto, Carson fu riconosciuto estraneo ai fatti e l’hotel diviene di sua proprietà. Nel 1970 abbiamo la prima testimonianza di strani eventi in questa stanza, dopo qualche anno Carson decise di cambiare il nome in “Old Haunted Hotel”»
«Come si chiamava prima?» chiese Phil, sapendo già la risposta.
«Balter Hotel»
«Quindi il vecchio ha incominciato a pubblicizzare l’hotel come una casa infestata per attirare nuovi clienti» concluse Phil; il fratello annuì di rimando chiudendo il block notes.
In quel momento accadde qualcosa d'inspiegabile: l’aria all’interno della stanza incominciò a tremolare, come un miraggio che compare sull’asfalto bollente. Dalla parete sopra al letto incomincio a sgorgare un liquido denso e scuro. Il rilevatore in mano a Johnny incomincio a suonare e lampeggiare all’impazzata, poi si calmò.
Sulla parete comparve una parola scritta col sangue:

VENDETTA

«Presto Phil! La macchina fotografica!» esclamò Johnny con gli occhi fissi sulla scritta.
«Oh… certo, certo!» rispose Phil mettendosi a rovistare nel borsone. Ne aveva già viste di cose terrificanti, ma quella lo stava spaventando come non mai; forse era quell’aria soffocante che non gli permetteva di pensare razionalmente.
Trovò la Polaroid nel tascone davanti, la puntò verso il muro e scattò una foto; poi incominciò a sventolare la fotografia per far sviluppare l’immagine. Nel frattempo Johnny si era avvicinato al muro e aveva raccolto un campione del sangue, richiudendolo dentro una fialetta.
  «Merda!» disse Phil, poi lanciò la foto verso il fratello. Johnny la guardò con attenzione.
 Nella foto la parete era completamente bianca.
In quel momento si sentì un fruscio e i rubinetti del bagno si aprirono.
Phil e Johnny si precipitarono in bagno e provarono a chiudere i rubinetti. Erano durissimi, impossibili da girare. Il lavandino fu pieno in pochi secondi.
Phil tornò nella stanza da letto, mentre Johnny cercava di fermare il flusso d’acqua con gli asciugamani, mentre il pavimento incominciava ad allagarsi.    
   Phil entrò con una grossa pinza e si avventò sul rubinetto, finalmente riuscì a chiuderlo diventando paonazzo per la fatica. Metà del pavimento era stato inondato da due dita d’acqua gelida.
«Serve ben altro per spaventare i Fratelli Murray, vecchiaccio!» urlò Phil brandendo le pinze.
Johnny era pensieroso, si sedette sul letto e incominciò a strizzarsi i pantaloni zuppi d’acqua.
«Qui c’è qualcosa che ci sfugge Phil, me lo sento»
Nel frattempo qualcosa stava cambiando nella stanza. Un brivido corse lungo il corpo fradicio di Phil: la temperatura si stava velocemente abbassando. Phil era appoggiato al lavandino, quando accadde qualcosa: dallo specchio alle sue spalle uscirono due mani, che diventarono rapidamente due braccia.
Johnny vide le mani che si allungavano verso la nuca del fratello.
«Attento alle spalle!» urlò.
      Phil riuscì appena a voltarsi, due mani verdi e putride gli si strinsero al collo con una morsa d’acciaio.
«Lascialo!» urlò Johnny lanciandosi verso il bagno, ma il suo piede scivolò sul pavimento bagnato facendolo cadere in avanti. Con un rumore sordo, Johnny batte la faccia sulla parete e cadde a terra svenuto.
Phil era solo.
Le mani lo stringevano con forza sempre maggiore, togliendogli ossigeno e lucidità di pensiero. Era Johnny, suo fratello maggiore, che lo toglieva dai guai nelle situazioni disperate.
Ma Johnny non poteva aiutarlo in quel momento; lo vedeva con la coda dell’occhio: a terra, immobile, il sangue gli sgorgava copioso dal naso e dalla tempia sinistra.
Era finita. Il vecchio aveva vinto… gli occhi di Phil si chiusero contro la sua volontà...


tranquilli la storia non si conclude così!!Il racconto era abbastanza lunghetto e ho deciso di dividerlo in 2 parti!! Lo so avrei dovuto dirvelo prima, ma che gusto ci sarebbe stato?
Pubblicherò la seconda parte entro 1-2 giorni, intanto potete pensare a cosa potrebbe succedere...
Riusciranno Phil e Johnny a sopravvivere nella terribile stanza 6 dell' Old Haunted Hotel??
Lo scoprirete presto...  TROVATE QUI LA SECONDA PARTE!

-KeepDreamin'- 
 


5 commenti:

  1. non sono per niente interessanti sti racconti!!! sarebbe figo se facessi recensioni di film..ma questi racconti sono senza capo nè coda!

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  2. Mi dispiace che non ti piacciono ,però a molti interessano quindi continuerò a pubblicarne..rispondendo al tuo suggerimento ti assicuro che in futuro ci saranno nuove recensioni sulm fil in uscita o su grandi film del passato..

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  3. ma come fai a dire che a molti interessa quello che scrivi? non vedo commenti positivi..e non ce neanche la possibilità tra le REAZIONI di mettere un commento negativo

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  4. E' vero. Il tipo di scrittura è interessante, molto semplice, asciutta (alla piccoli brividi) e adatta a ogni tipo di lettore. Ma forse dovresti cambiare almeno genere, fare qualcosa magari di più intenso e autobiografico. Purtroppo storie del genere sembrano episodi di "Ai confini Della Realtà" privi di alcun mordente.

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  5. @smoker: la gente che apprezza c'è e lo deduco non solo dal numero sempre crescente di visite, contando la mia pubblicità che è minima(se vai a vedere l'ultimo commento del racconto "l'uomo" vedrai che qualcuno ha apprezzato e mi ha anche proposto di pubblicarlo) ma a qnt pare c'è + gente che si sofferma a dire "non mi piace" senza dare alcun apporto costruttivo. In ogni caso nessuno vi obbliga a venire aleggere o a commentare.
    In più ripeto come ho già detto in un altro post che le Reazioni che trovi sotto gli interventi sono proposte dal blog stesso e NON le ho decise io, qnd capirò cm cambiarle magari le cambierò o leverò.

    @ carlopenna ti ringrazio per i consigli e per il tuo commento, cmq io scrivo questi racconti di questo genere perchè fondamentalmente mi diverto a farlo, magari in futuro tratterò temi pìù impegnati cm suggerisci tu, qnd deciderò di impegnarmi su altri progetti

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